Mille e una musica. Breve storia della musica persiana by Ramin Bahrami

autore:Ramin Bahrami [Bahrami, Ramin]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History, General, Music, Genres & Styles, Folk & Traditional
ISBN: 9788893951111
Google: 0fi4zgEACAAJ
editore: La nave di Teseo
pubblicato: 2021-01-15T09:37:54+00:00

Persia islamica

Nel 642 d.C. l’impero sasanide fu dunque sconfitto dalle armate saracene che non misero soltanto le basi per annettere l’antico impero all’Islam, bensì lo penetrarono e si mescolarono con la popolazione.

Con l’arte islamica si fusero pure le arti preesistenti in Persia, tra cui anche la musica, diventando una parte indispensabile e ricchissima di bellezza e di complessità della cultura islamica.

È sufficiente dare uno sguardo fugace all’architettura delle moschee che sono considerate tra le più belle dell’intera civiltà islamica: ne ammiriamo a Isfahan, a Shiraz, a Tabriz o a Mashhad, città iraniana tra le più floride e splendide dal punto di vista architettonico.

Sebbene le arti figurative, architettoniche e letterarie confluissero in modo armonioso, ciò non era il caso della musica, in quanto i religiosi temevano che il suo grande potere sensuale e di evasione potesse sovvertire e infettare i dogmi islamici.

Già allora si sapeva che chi era capace di cantare, di suonare uno strumento o addirittura di saper comporre una serie di melodie poteva avere grande influsso sul pensiero e il sentimento del popolo e di conseguenza intaccare i dogmi religiosi vigenti.

La caratteristica principale della musica classica persiana formatasi dopo la conquista islamica è la sua natura monofonica e spirituale, in quanto la religione islamica contrastava ogni tipo di sensualità, eccitazione o esaltazione provocate dai suoni delle musiche.

All’inizio del periodo islamico la musica ebbe purtroppo un ruolo sempre più marginale e fu relegata alle funzioni religiose che erano in forte contrasto con la natura liberale e creativa del culto persiano.

Queste restrizioni divennero sempre più inibitorie, soprattutto dopo la conquista della capitale sasanide Ctesifonte nel 636, che sfociò nella distruzione definitiva dell’impero.

Se la pratica attiva era in qualche modo osteggiata o limitata dalla religione, lo sviluppo teorico ebbe invece una crescita straordinaria.

Numerosi sono i teorici di questo periodo: qui vorrei citare il persiano Muhammad ibn Musa al-Khwarizmi, matematico, geografo, astronomo e cartografo, innovatore in algebra e trigonometria, autore dell’enciclopedia Mafātīh. al-‘ulūm (“Chiave delle Scienze”, 975-997 d.C.).

Nel X secolo spetta un posto di rilievo ad Abu Nasr Muhammad Al-Farabi, filosofo, psicologo, sociologo, politologo e musicista che viene ricordato anche per il suo tentativo di elaborare una sintesi fra il pensiero platonico e quello aristotelico. Era sicuramente di origine persiana, anche se spesso gli viene attribuita la nazionalità turca.

Al-Farabi (872-950 d.C.) con la sua opera Kitāb al-mūsīqī al-kabīr (“Il libro della musica”) ha messo le basi della musica mediorientale, inoltre inventò un buon numero di strumenti musicali e il suo sistema tonale è ancora utilizzato nella musica araba.

A questo punto introduciamo Allāh ibn Sīnā, più noto in Occidente come Avicenna (980-1037 d.C.), grande medico famoso per le sue cure, filosofo, matematico, logico e fisico persiano, che però fu anche un eminente teorico della musica.

Ricordiamo anche Al Kindi (801-873 d.C.), filosofo, teologo, astronomo, chimico ecc. e teorico della musica che si occupò persino del valore terapeutico della musica.

Infine citiamo un altro teorico e musico rinomato e cioè Sufi Ad Din Abd Mou Min (1216-1294) che operò anche lui a Baghdad.

Dobbiamo rimarcare l’apporto fondamentale della

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